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venerdì 29 novembre 2013

Love is right

Ciao a tutti! Oggi vi volevo segnalare un bellissimo evento, sabato 7 Dicembre, a Roma. Si tratta di una manifestazione nazionale a cui hanno aderito moltissime associazioni del panorama LGBT. Sul sito www.loveisright.it, trovate tutte le informazioni per reggiungere Roma. Sono stati organizzati pullman praticamente da tutta Italia e sarà un bel modo per conoscere gente nuova e urlare la nostra rabbia in relazione al vuoto giuridico nel campo dei diritti LGBT.
Io ci sarò, e voi??



giovedì 21 novembre 2013

I gay all'estero

Finalmente ho un po' di tempo per scrivere i miei pensieri di questi ultimi giorni. Sono stato all'estero e sono andato a trovare un amico che vive fuori dall'Italia da oramai 6 anni. Innanzitutto mi ha cazziato per non averlo annoverato tra i miei amici gay qualche post fa e poi mi ha raccontato la sua vita da straniero in un paese di mentalità aperta. Quando gli ho chiesto se fosse dichiarato al lavoro, mi ha guardato come se gli stessi facendo la domanda più stupida al mondo: "in che senso?", mi ha risposto. "Se mi chiedono cosa abbia intenzione di fare il weekend, gli rispondo che andrò al mare col mio ragazzo, dov'è il problema?". Ho dovuto spiegargli che da noi le cose non sono proprio così semplici…gli ho raccontato di tutti gli episodi di omofobia cui quotidianamente assisto in ufficio ed è rimasto sconcertato. Basta poco per rendersi conto di quanto questo paese sia matto. Beh, in effetti viviamo sempre nel paese in cui si sentono frasi razziste dopo la morte di 500 immigranti nel Canale di Sicilia (a proposito, qualcuno se lo ricorda ancora?!), in cui vince sempre la furbizia e l'illegalità, in cui i condannati siedono sugli scranni del Parlamento. 
Ragionavo di queste cose con un amico ed un'amica davanti ad un bicchiere di vino ieri sera, nel sud Italia. Siamo arrivati alla conclusione che finchè non si imparerà a voler essere onesti (ma partendo dal basso, eh…), allora non si potranno mai sconfiggere le ingiustizie che ogni giorno dobbiamo vivere. Finchè gli esercenti non fanno gli scontrini, come si può pensare di sconfiggere la criminalità? Finchè restiamo seduti in poltrona a guardare questo paese spegnersi lentamente, come potranno mai migliorare le cose? Finchè restiamo in silenzio, come si potrà sconfiggere l'omofobia? A voi l'ardua sentenza.

martedì 12 novembre 2013

Il gaymonio

Oggi mi sono svegliato combattivo. Stavo andando al lavoro ed alla radio l’argomento del buongiorno era il matrimonio omosessuale. Ho ascoltato i radioascoltatori che intervenivano in diretta e sono diventato livido per la rabbia. Vabbè esistono certi elementi che sono portatori sani di ignoranza e, quindi, non perdo neppure tempo a raccontarvi ciò che dicevano. Diciamo che però avrei volentieri preso a sberle un tizio che diceva di essere un docente universitario (spero mentisse…) e sosteneva che i gay hanno già tutti i diritti che vogliono: “possono andare in giro per strada, limonare a casa loro…non vanno mica in carcere per questo! Che diritti vogliono in più? Che c’entra il matrimonio? Persino sul vocabolario c’è scritto che è un’unione tra uomo e donna!!!”.
Beh, se il problema è il nome, che lo si chiamasse come vogliono! Può decidere il docente, per quanto mi riguarda. Che ne so, gaymonio, unione civile, unione incivile….quello che gli pare! L’importante è che non si dica che non sia necessario un ampiamento dei diritti. Una coppia omosessuale non ha diritti. Punto e basta. Due gay conviventi da 30 anni sono conviventi e basta. Uno/a non ha alcun diritto sull’altro/a. Ed in tutto ciò vorrei far notare al professore che i gay pagano le tasse come tutti! Ogni uomo deve avere gli stessi diritti (come singolo o coppia) in modo assolutamente indipendente dalla propria inclinazione sessuale. Allora facciamo cosi: quelli coi capelli biondi hanno il diritto alla reversibilità della pensione, quelli con gli occhi castani invece possono andare a trovare il coniuge ricoverato in ospedale. Se uno è biondo con gli occhi castani….non lo so….aspetta che facciamo un decreto che risolva il problema…menomale che sono abbastanza rari! Gli uomini sono tutti uguali. Ed, attenzione, nessuno ha il diritto di decidere chi può avere quali diritti. In Italia siamo davvero all’assurdo. Basta questo...
Menomale che non ho mai avuto questo professore…non mi sarei mai laureato!

lunedì 11 novembre 2013

E' una malattia essere gay?

Eccomi qui! E' passato un weekend dall'ultimo post e già sentivo la mancanza di condividere con voi le mie sensazioni e le mie emozioni. Beh…controllo la mail e mi ritrovo una lettera di un mio lettore con tanto di link. Ho aperto il collegamento e sono rimasto sbalordito. Senza parole. Uno psicologo (credo) sostiene di poter guarire dall'omosessualità. Non posso fare altro che copiare ed incollare. Non ho nient'altro da aggiungere. 

Caro normalgay, 
ti scrivo  perché ho da poco letto un articolo su un sito cattolico (di seguito il link http://www.parrocchie.it/correggio/ascensione/omosessualita_guarire.htm ) e volevo condividere con te un pensiero a tal proposito, partendo da una domanda secondo me fondamentale: l’omosessualità è una malattia? E ancora, si può guarire dall’omosessualità? 
L’argomento è molto vasto, molti prima di me si sono posti questa domanda. Io nel mio piccolo vorrei solo fare alcune considerazioni. Partendo dal significato della parola malattia nella lingua italiana. Secondo il vocabolario “Il Sabatini Coletti” (lo si può trovare sul sito del Corriere della Sera), malattia significa: “In generale, qualsiasi stato patologico o alterazione dell'organismo o di un suo organo dal punto di vista anatomico o funzionale”.  Essendo uno studente di giurisprudenza ti riporto la definizione che ha dato la Suprema Corte di cassazione, se vogliamo restrittiva rispetto a quella appena citata. La S.C. in una pronuncia del 2008 ha definito malattia come: “processo patologico evolutivo necessariamente accompagnato da una più o meno rilevane compromissione dell’assetto funzionale dell’organismo… le mere alterazioni anatomiche che non interferiscano in alcun modo con il profilo funzionale della persona non possono integrare la nozione di malattia, correttamente intesa”. 
Tutto ciò non risolve il problema, è solo l’inizio! La sentenza poi non si riferiva al problema dell’omosessualità… ma è utile per capire cosa intendono per malattia dei vecchi magistrati che creano dei precedenti (non vincolanti!) in materia. 
Ora, abbiamo la definizione di malattia secondo un vocabolario e la definizione di malattia secondo la Suprema Corte di cassazione.  Aggiungo un ulteriore tassello… cosa pensa di tutto ciò l’Organizzazione Mondiale della Sanità?  
Ebbene, nel 1973 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha rimosso l’omosessualità, intesa come malattia, dal Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders (il DSM è uno dei sistemi di classificazione sistematica per i disturbi mentali più utilizzato da medici, psichiatri e psicologi di tutto il mondo, sia nella clinica che nella ricerca). In altre parole, ciò che fino al 1973 veniva considerato dalla psicologia e psichiatria come malattia viene eliminato dal librone delle malattie mentali! 
 Ma come? Siamo nel 2013, sono passati esattamente quarant’anni e se digiti sul motore di ricerca di google il termine “omosessualità” i primi due  suggerimenti di ricerca sono: “o. cause” e “o. malattia”!  
Il tema è caldo e qualcuno come il sig. Nicolosi (solo per citarne uno) va ancora in giro dicendo che si può guarire dall’omosessualità. Io sarò pure di parte, ma dopo quattro anni di psicoterapia posso affermare che né la mia terapista né il mio psichiatra hanno mai cercato di curare la mia omosessualità… perché? Perché non sono malato… e non lo è nessuno che si scopre omosessuale. L’omosessualità è un modo di vivere la propria vita e di patologico non vi è nulla! Come hai scritto in un post, risposta ad una mail di un ragazzo, la parola che ti ha colpito di più è stata “vergogna”: il ragazzo più volte ha provato vergona per una cosa di cui nel 2013 nessuno più si deve vergognare! E’ importante questo messaggio: oggi nessuno deve più nascondere il proprio orientamento sessuale. Non è richiesto che si vada in giro con la bandiera arcobaleno sulle spalle… ma neanche fingere di essere qualcuno che non si è!  
Detto ciò, io ho solo aperto la strada… ora sarebbe interessante aprire il dibattito tra i tuoi lettori, magari con altri contributi (sarebbe interessante qualche intervento di uno psicologo o psichiatra che approfondisse l’argomento rispetto a come l’ho affrontato io!). 

Rilancio l'invito di questo ragazzo ed aggiungo che mi piacerebbe anche conoscere il parere di un uomo di Chiesa. 

venerdì 8 novembre 2013

Il viaggio

Mi hanno criticato per il fatto di essere monotematico nei miei post. Allora oggi vi parlo di una mia grande passione: i viaggi.
Ho meno di 30 anni (molto meno), ma nella mia vita ho viaggiato molto, un po' per piacere ed un po' per lavoro. Sono entrato a contatto con tante realtà diverse ed ognuna di esse è stata in grado di affascinarmi. Beh, ovviamente ho i miei posti preferiti, quelli in cui tornerei mille volte, ma quello che mi resta di più da un viaggio, sono le cose che non possono essere fotografate. 
Spesso quando si torna e si racconta l'esperienza, capita di parlare dei luoghi (New York è splendida, Parigi è romantica….), ma si fatica a raccontare i rapporti umani oppure si scade in discorsi, a mio avviso, un po' generici e poco indicativi (i francesi sono odiosi….). Nemmeno a me stanno particolarmente simpatici i francesi, ma sono rimasto affascinato dal racconto di un amico appena rientrato da un viaggio a Lione. Ha saputo contestualizzare e spiegare l'atteggiamento ed io ho ascoltato in silenzio il racconto per evitare di perdere alcuna parola. Non mi ha parlato dei monumenti, di quello che ha fatto e di cosa ha visto. Solo delle persone che ha incontrato. Ed in effetti quello che resta nella memoria, dopo un viaggio, sono gli episodi. I luoghi si possono cercare su google! In ogni mio viaggio sono restati nella mia memoria un momento, un attimo, una persona. A volte queste cose sanno descrivere meglio dei luoghi. E sono le persone che fanno vivere le esperienze ed alimentano i ricordi. Un po' però mi spiace. Mi è capitato di condividere serate dall'altra parte del mondo con qualcuno che sapevo non avrei mai più rivisto o di aver viaggiato in taxi con sconosciuti entrati ed usciti dalla mia vita. A volte mi vengono in mente queste persone e mi viene voglia di capire che fine abbiano fatto e come sia andata avanti la loro storia. Sembrano episodi banali, eppure me li ricordo ancora e riesco a contestualizzarli perfettamente. Questo è il bello del viaggio: aver condiviso dei momenti con persone che hanno fatto parte della mia vita solo pochi minuti, ma che ricordo ancora con affetto. Ed il ricordo resta indelebile e fa vivere ancor oggi queste persone.

mercoledì 6 novembre 2013

Suggerimento canoro

Vabbè…oggi è il giorno delle mail e non riesco a non condividerle con voi. Mi ha scritto un mio carissimo amico. Ha letto il blog e mi ha suggerito di postare una canzone. Copio ed incollo la sua mail ed accetto volentieri il consiglio!

"…ci sono tante citazioni in musica che trattano più o meno da vicino il mondo dell'omosessualità e tutte le sue fantastiche sfumature; ma una, una tra queste ultimamente mi ha colpito moltissimo.
Si tratta della storia di una ragazza che dentro di sé si sente un uomo, quindi, se proprio vogliamo dirla tutta, non affronta il tema proprio e diretto dell'omosessualità, ma si può prestare ad esser letta sotto molte chiavi di lettura.
E' una ragazza che sogna, sogna di accettarsi; proprio come ogni omosessuale all'inizio del proprio percorso, indipendentemente dagli altri, cerca equilibrio con se stessa.
E' una ragazza che se ne frega degli altri, è forte e combattiva, che nonostante la sua fragilità si rivela essere una guerriera pura.
E' una ragazza che nonostante tutto ha paura e cade; perché è la paura che ci tiene vivi, se non la si avesse significherebbe che non ci sarebbe nulla per cui valga la pena lottare."

Vi regaliamo questa canzone…


Un ragazzo felice

Oggi vi racconto la storia di un ragazzo che mi ha scritto una mail molto bella…il blog inizia a dare i suoi frutti! Mi ha parlato del suo coming out e, soprattutto, degli anni trascorsi prima di decidere di dichiararsi. La parola che più mi ha colpito nel suo racconto è stata "vergogna". Mi ha scritto di aver sempre saputo di essere gay, ma di non aver avuto il coraggio di dichiararsi per moltissimo tempo perché provava, appunto, vergogna. Oggi si è dichiarato e vive la sua sessualità con molta tranquillità. E nel momento in cui ha "confessato il suo segreto", si è immediatamente sentito "leggero: sai, quei giorni forse sono stati i puoi belli della mia vita". Anche questo aspetto è interessante: un ragazzo, per il solo fatto di essere gay, ha vissuto per anni vergognandosi di sé per poi, cito testualmente, "cominciare a vivere" dopo essersi dichiarato. 
Pochi giorni fa, mi è capitato di sentire una persona che sosteneva che un omosessuale "alla fine dei conti sceglie di esserlo". Vorrei che chi fosse convinto di questa bestialità, leggesse la lettera di questo ragazzo e provasse, solo per un minuto, a vergognarsi di sé, come lui ha fatto per anni. Forse gli sarebbe utile.

martedì 5 novembre 2013

Gli amici dei gay

Quando ti dichiari, l'argomento principale pare diventare l'omosessualità. Non ho ancora capito se è davvero così, o se sono sia una fissazione del dichiarante. Però in questi anni mi è davvero capitato di sentirne di tutti i colori. Uno degli argomenti più interessanti nei dibattiti, verte sulla domanda: ma questi che vita hanno? La sera si vestono da donna e vanno in giro alla ricerca del primo essere vivente disposto a placare le voglie sessuali che, nei gay, sono ovviamente più violente di quelle dei maschi eterosessuali. Mi pare che questo ragionamento segua una logica schiacciante.
Allora vorrei raccontarvi la mia vita fatta di trasgressioni e sesso. Ho molti amici. Tutti eterosessuali ad eccezione di una coppia gay. Stanno insieme da quando avevano 18 anni…ora ne hanno 25 e ancora sono fidanzati. La noia proprio. Poi c'è un altro ragazzo gay. Lui da sempre cerca l'amore vero. Quello che ti sconvolge e non ti fa capire più niente. Non l'ha ancora trovato, ma prima o poi ce la farà. Ci sono io: gay impulsivo. Seguo sempre il cuore e tipicamente sbaglio. Mi innamoro dieci volte al giorno e non concludo mai niente. Vabbè, ognuno ha le sue. Poi ci sono tutti gli altri. Ah con loro mi diverto da matti. La serata tipica (e, per altro, la mia preferita) prevede una cena a base di pizza d'asporto a casa di qualcuno e poi lunghissime chiacchierate. Serate intere a parlare. Proprio quando siamo in vena usciamo ed andiamo al cinema o a bere una birra. Mi prendono costantemente in giro, ma con amore…sia chiaro. E hanno imparato a conoscermi talmente bene che mi hanno obbligato a fare la doccia con loro, nudi, dopo aver fatto la sauna. Io non l'avrei mai fatto…ero terrorizzato dall'idea di metterli in imbarazzo e quando hanno capito che la mia paura era proprio questa, mi hanno obbligato. Il tutto con estrema naturalezza. Loro sono i miei amici, stanno insieme alle mie amiche e mi fanno sentire amato. 
Anche questo rientra nelle cose sbagliate. E me lo hanno spiegato loro. Perché dovevo essere io ad aver paura di mettere loro in imbarazzo? Dovevano essere loro a dirmi che non era il caso e comunque sarebbe stato ingiusto. Ecco, questa è la tendenza tipica del ragazzo gay: io devo fare in modo che la mia presenza, il mio modo di essere, il mio modo di fare, non metta in imbarazzo gli altri. Ma perché? Io non ho mai provato attrazione per alcun mio amico anche se molto bello. Sono amici e basta. Sono stato in grado di fare anche di peggio: ho allontanato i miei amici storici per paura che potessero non accettare la mia omosessualità. Ma vi rendete conto la sofferenza che posso aver provato senza motivo? Quando mi sono dichiarato con loro, mi hanno riempito di insulti: era troppo stupida la motivazione! Era troppo ingiusto aver perso moltissimo tempo non frequentandoci più per questa cosa! Oggi siamo grandi amici…anzi meglio ancora! Mi dicono che sono orgogliosi di me! La mia esperienza mi ha insegnato questo: essere gay vuol dire essere masochisti.

domenica 3 novembre 2013

L'emozione del primo post

Era da tempo che pensavo di scrivere un blog. Ho sempre raccolto i miei pensieri più intimi su fogli sparsi un po' ovunque e, dopo averli riempiti di getto, sono sempre scomparsi. L'altro giorno, però, ho ritrovato un foglio che avevo scritto qualche anno fa. L'ho riletto e mi sono reso conto che la mia esperienza forse può essere d'aiuto a qualcuno. Forse l'esperienza di tutti può essere utile agli altri, ma sono abbastanza presuntuoso da essere convinto che la mia possa essere un po' più utile. Sono gay e mi sono dichiarato alla mia famiglia ormai 6 anni fa e per tutto questo tempo che ho fatto? Ho vissuto cercando di dimostrare al mondo di essere come tutti gli altri. Non è facile, ho faticato molto, ma giorno per giorno mi sono costruito una mia dimensione e ho lavorato in modo tale da essere quello che sono oggi: un ragazzo felice ed orgoglioso di me.
Per anni ho pensato che fosse giusto così: alla fine la colpa era mia e dovevo vivere di rimorsi e cercando di giustificare sempre le mie azioni. Oggi, invece, so perfettamente che tutto ciò è sbagliatissimo. Io non ho fatto niente di male a nessuno. Ho i capelli castani e sono gay. Il dover dimostrare qualcosa agli altri è una violenza psicologica del tutto illogica. In questo senso credo che queste parole possano essere utili: tutti coloro che oggi si comportano come mi comportavo io fino a qualche mese fa, potrebbero leggere queste parole e trovare in esse, magari, un appoggio, un suggerimento, una voce amica. Mi piacerebbe che questa pagina possa diventare un punto di confronto. Cerco di "dare il la" raccontandovi la vita normale di un normale ragazzo gay orgoglioso e fiero di esserlo.