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lunedì 11 novembre 2013

E' una malattia essere gay?

Eccomi qui! E' passato un weekend dall'ultimo post e già sentivo la mancanza di condividere con voi le mie sensazioni e le mie emozioni. Beh…controllo la mail e mi ritrovo una lettera di un mio lettore con tanto di link. Ho aperto il collegamento e sono rimasto sbalordito. Senza parole. Uno psicologo (credo) sostiene di poter guarire dall'omosessualità. Non posso fare altro che copiare ed incollare. Non ho nient'altro da aggiungere. 

Caro normalgay, 
ti scrivo  perché ho da poco letto un articolo su un sito cattolico (di seguito il link http://www.parrocchie.it/correggio/ascensione/omosessualita_guarire.htm ) e volevo condividere con te un pensiero a tal proposito, partendo da una domanda secondo me fondamentale: l’omosessualità è una malattia? E ancora, si può guarire dall’omosessualità? 
L’argomento è molto vasto, molti prima di me si sono posti questa domanda. Io nel mio piccolo vorrei solo fare alcune considerazioni. Partendo dal significato della parola malattia nella lingua italiana. Secondo il vocabolario “Il Sabatini Coletti” (lo si può trovare sul sito del Corriere della Sera), malattia significa: “In generale, qualsiasi stato patologico o alterazione dell'organismo o di un suo organo dal punto di vista anatomico o funzionale”.  Essendo uno studente di giurisprudenza ti riporto la definizione che ha dato la Suprema Corte di cassazione, se vogliamo restrittiva rispetto a quella appena citata. La S.C. in una pronuncia del 2008 ha definito malattia come: “processo patologico evolutivo necessariamente accompagnato da una più o meno rilevane compromissione dell’assetto funzionale dell’organismo… le mere alterazioni anatomiche che non interferiscano in alcun modo con il profilo funzionale della persona non possono integrare la nozione di malattia, correttamente intesa”. 
Tutto ciò non risolve il problema, è solo l’inizio! La sentenza poi non si riferiva al problema dell’omosessualità… ma è utile per capire cosa intendono per malattia dei vecchi magistrati che creano dei precedenti (non vincolanti!) in materia. 
Ora, abbiamo la definizione di malattia secondo un vocabolario e la definizione di malattia secondo la Suprema Corte di cassazione.  Aggiungo un ulteriore tassello… cosa pensa di tutto ciò l’Organizzazione Mondiale della Sanità?  
Ebbene, nel 1973 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha rimosso l’omosessualità, intesa come malattia, dal Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders (il DSM è uno dei sistemi di classificazione sistematica per i disturbi mentali più utilizzato da medici, psichiatri e psicologi di tutto il mondo, sia nella clinica che nella ricerca). In altre parole, ciò che fino al 1973 veniva considerato dalla psicologia e psichiatria come malattia viene eliminato dal librone delle malattie mentali! 
 Ma come? Siamo nel 2013, sono passati esattamente quarant’anni e se digiti sul motore di ricerca di google il termine “omosessualità” i primi due  suggerimenti di ricerca sono: “o. cause” e “o. malattia”!  
Il tema è caldo e qualcuno come il sig. Nicolosi (solo per citarne uno) va ancora in giro dicendo che si può guarire dall’omosessualità. Io sarò pure di parte, ma dopo quattro anni di psicoterapia posso affermare che né la mia terapista né il mio psichiatra hanno mai cercato di curare la mia omosessualità… perché? Perché non sono malato… e non lo è nessuno che si scopre omosessuale. L’omosessualità è un modo di vivere la propria vita e di patologico non vi è nulla! Come hai scritto in un post, risposta ad una mail di un ragazzo, la parola che ti ha colpito di più è stata “vergogna”: il ragazzo più volte ha provato vergona per una cosa di cui nel 2013 nessuno più si deve vergognare! E’ importante questo messaggio: oggi nessuno deve più nascondere il proprio orientamento sessuale. Non è richiesto che si vada in giro con la bandiera arcobaleno sulle spalle… ma neanche fingere di essere qualcuno che non si è!  
Detto ciò, io ho solo aperto la strada… ora sarebbe interessante aprire il dibattito tra i tuoi lettori, magari con altri contributi (sarebbe interessante qualche intervento di uno psicologo o psichiatra che approfondisse l’argomento rispetto a come l’ho affrontato io!). 

Rilancio l'invito di questo ragazzo ed aggiungo che mi piacerebbe anche conoscere il parere di un uomo di Chiesa. 

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