Cerca nel blog

giovedì 21 novembre 2013

I gay all'estero

Finalmente ho un po' di tempo per scrivere i miei pensieri di questi ultimi giorni. Sono stato all'estero e sono andato a trovare un amico che vive fuori dall'Italia da oramai 6 anni. Innanzitutto mi ha cazziato per non averlo annoverato tra i miei amici gay qualche post fa e poi mi ha raccontato la sua vita da straniero in un paese di mentalità aperta. Quando gli ho chiesto se fosse dichiarato al lavoro, mi ha guardato come se gli stessi facendo la domanda più stupida al mondo: "in che senso?", mi ha risposto. "Se mi chiedono cosa abbia intenzione di fare il weekend, gli rispondo che andrò al mare col mio ragazzo, dov'è il problema?". Ho dovuto spiegargli che da noi le cose non sono proprio così semplici…gli ho raccontato di tutti gli episodi di omofobia cui quotidianamente assisto in ufficio ed è rimasto sconcertato. Basta poco per rendersi conto di quanto questo paese sia matto. Beh, in effetti viviamo sempre nel paese in cui si sentono frasi razziste dopo la morte di 500 immigranti nel Canale di Sicilia (a proposito, qualcuno se lo ricorda ancora?!), in cui vince sempre la furbizia e l'illegalità, in cui i condannati siedono sugli scranni del Parlamento. 
Ragionavo di queste cose con un amico ed un'amica davanti ad un bicchiere di vino ieri sera, nel sud Italia. Siamo arrivati alla conclusione che finchè non si imparerà a voler essere onesti (ma partendo dal basso, eh…), allora non si potranno mai sconfiggere le ingiustizie che ogni giorno dobbiamo vivere. Finchè gli esercenti non fanno gli scontrini, come si può pensare di sconfiggere la criminalità? Finchè restiamo seduti in poltrona a guardare questo paese spegnersi lentamente, come potranno mai migliorare le cose? Finchè restiamo in silenzio, come si potrà sconfiggere l'omofobia? A voi l'ardua sentenza.

Nessun commento:

Posta un commento